Dopo l’EP “Campi Elasi” e il singolo “Cocoricò” che ci ha fatto ballare la scorsa estate, ELASI apre un nuovo capitolo più maturo ma sempre contaminato dai suoni del mondo, ad anticiparlo “XXL” pezzo scritto a quattro mani con Populous.
Quello di ELASI è un mondo che si esprime a 360°, dalla musica, ai visual, ai suoi look ti rapisce e ti porta con se in un caleidoscopio di suoni, forme e colori provenienti da tutte le parti del mondo. Se non lo sapete, ELASI è la storpiatura del suo vero nome, Elisa Massara cantante di Alessandria, classe 1993, produttrice e fondatrice insieme a Plastica di POCHE il primo collettivo di producer donne italiano. Sulla scia di “XXL feat. Populous”, il singolo che inaugura il suo nuovo percorso musicale, abbiamo scambiato qualche chiacchiera con questa talentuosa artista, che porterà qualcosa di nuovo nel panorama musicale italiano.
Ciao ELI, come stai?
Bene ma un po’ stanca, ho dormito male, ho sognato che ero in galera!
Wow! E ti ricordi come ci sei finita?
No… ma c’erano tante persone che conosco con me, non ricordo il motivo ma è stato un sogno molto ansioso, come una festa brutta per intenderci.
Ahahahah! Ora dove sei?
Sono in studio, quindi sto bene.
Stai finalmente preparando il tuo primo album?
Sono qui al lavoro con Rocco Rampino che sarà il produttore e il direttore artistico del mio progetto d’ora in avanti, “XXL” compreso. Per l’album diciamo che essere metodici è difficile, ma lo stiamo portando avanti e siamo piuttosto spediti.
Ci racconti il tuo percorso musicale?
Calcola che a cinque anni mi esibivo davanti ai miei genitori dicendo di essere Lorella Cuccarini… Così vista la mia passione mi hanno portata prima a lezione di pianoforte, e poi mi hanno iscritta al conservatorio per bambini dove poi ho suonato anche chitarra classica, questo fino ai 21 anni. Quindi sempre musica classica, ma ero affascinata anche dal punk, perché è quel tipo di musica che dice “puoi farlo anche tu”, ascoltarla ti dava il coraggio di buttarti.
Così ho cominciato a suonare in un gruppo punk-pop di nascosto dal mio professore di chitarra classica, perché nella band suonavo quella elettrica. Ho cominciato allora a suonare le mie prime canzoni e durante il liceo ho fatto gavetta nei peggiori bar di Caracas del Monferrato, che è la mia terra. Poi mi sono allontanata per un po’ dalla musica, per studiare economia all’università e avere un piano b lavorativo, ma nel periodo di tesi decisi di scriverne una con un titolo che mi potesse portare a tornare a far musica.
Che titolo aveva?
“Autoimprenditorialità di un musicista emergente” e me ne sono andata a Los Angeles a scriverla, dove la scena era molto viva e ho fatto uno stage con un produttore di colonne sonore per il cinema. Un po’ scrivevo la tesi e un po’ provavo a produrre.
Stavo a Santa Monica ed è stata un’esperienza unica, avevo 21 anni e vivevo da sola nella villetta di una famiglia trovata su Facebook che me l’ha lasciata gratuitamente, in cambio dovevo badare ai loro cani.
Dopo LA ho vissuto per due anni a Roma perché avevo vinto una borsa di studi della regione Lazio per un laboratorio full time di songwriter che andava dalla produzione al canto, dalla tecnica vocale all’interpretazione teatrale. Quindi per 2 anni ho fatto solo musica e ho capito che poteva diventare il mio mestiere, cosa che oggi riesco a fare perché oltre ad essere cantautrice sono anche dj e sound designer, quindi posso fare e inventarmi tante cose diverse all’interno dello stesso mondo.
Come è nata la collaborazione con Populous che poi è sfociata in “XXL” il tuo nuovo singolo?
Durante il lockdown le forme di evasione che ho trovato sono state ascoltare musica da posti molto lontani, musica tradizionale strana, canti tradizionali spirituali e guardare tanti documentari come “Mondo Cane” che mi facevano evadere. E anche contattare musicisti da continenti diversi con cui poter lavorare, ho scritto cose con un produttore giapponese, ho collaborato con un artista del Mali importante che è Baba Sissoko anche se non è ancora uscito nulla, così facendo ricerca mi hanno consigliato di chiedere a Populous.
Gli ho scritto su Instagram sperando in una risposta, cosa che carinamente ha fatto, e da lì ci siamo trovati a fare lunghissime telefonate e si è mostrato anche felice di collaborare con me. E’ stata una bella svolta nella mia vita perché è stato lui a presentarmi Rocco che è la persona con cui sto lavorando ora, mi ha dato un sacco di dritte speciali.
Perché consideri “XXL” come un nuovo inizio?
E’ un pezzo più libero e menefreghista rispetto alle canzoni del mio EP “Campi Elasi”, in cui ero molto felice di mescolare elettronica e world music ma c’era anche tanta voglia di pop.
Nelle nuove canzoni che sto scrivendo ci sono alcuni pezzi senza struttura con tanti pezzi strumentali, magari c’è solo una strofa cantata in tutto il pezzo. Ci sono pezzi pop, altri sperimentali con strutture strane e “XXL” secondo me comincia a dare un’idea di questa libertà.
Il tuo EP è uscito in lockdown, come è stato pubblicarw canzoni da ballare con i club chiusi?
Un suicidio! Se fosse uscito in questo momento esatto dove siamo tutti presi bene sarebbe stata un’altra cosa, non fraintendermi è andato bene ma senza un live a sostenerlo e a promuoverlo non si poteva capire il senso di dove volevo andare. Ho fatto il mio primo live il 2 aprile a Bologna e per la prima volta ho visto le persone cantarlo e ballarlo, quindi ne sto traendo i benefici ora, quasi dopo due anni!
Il 28 maggio suonerai al MI AMI, cosa dobbiamo aspettarci?
Sul palco del MI AMI saremo in cinque, mi piace mescolare l’elettronica con i sintetizzatori analogici quindi ci sarà un musicista ad occuparsi di questo, poi c’è un ragazzo che suona batteria elettronica e una acustica e due coriste.
E piu ci aspettiamo uno dei tuoi fantasiosi outfit!
Non so ancora cosa indosserà ma c’è un designer Svizzero che mi porta particolarmente fortuna, si chiama Amorphose.
A proposito di look hai un immaginario unico e non hai paura di osare, di modificarti, di plasmarti, quali sono le tua referenze?
Il mio immaginario va da Willy Wonka a Björk, passando per artiste più dark e fluide come Hearteater al cartone animato degli anni ’70 ” La planète sauvage” disegnato da Roland Topor. Un’altro mio feticcio estetico è il “Codex Seraphinianus” quel tipo di illustrazioni e mondi inventati mi fanno impazzire.
Qual è l’ultimo album di cui ti sei innamorata?
Un disco di musica ambient di Ana Roxenne che s’intitola “~~~” lo ascolto spesso la sera mentre torno a casa da sola e poi ti dico anche “Kolir” di Onuka, che è una produttrice ucraina che spacca.